Grazie e Complimenti per aver deciso di leggere il nuovissimo libro!

Buona Lettura.

LE 5 REGOLE SEGRETE PER DOMINARE LA BID E CONVERTIRE DAVVEROCON LE TUE FACEBOOK ADS

INTRO

Benvenuto tra gli Adsvengers.

Se leggerai con attenzione e soprattutto metterai in pratica le preziose informazioni contenute in questo ebook, le tue campagne Facebook miglioreranno radicalmente.

Scoprirai i 5 segreti che stanno alla base del nostro metodo Factory. Due di questi, sono vere e proprie “Verità Sleali” che nessuno ti ha mai raccontato e grazie alle quali abbiamo raggiunto gli incredibili risultati che ci precedono.

Oltre a questo ebook, abbiamo preparato per te un incredibile lezione, totalmente gratuita, in cui potrai approfondire i concetti descritti in questo libro.
Il nostro consiglio è di leggere prima tutto l’ebook, per arrivare preparato alla lezione di approfondimento.

Lungo le pagine che stai per leggere, troverai più volte un pulsante per poter accedere a questa lezione omaggio.

Sei pronto?

Sta per iniziare il tuo percorso nel mondo Adsvengers Factory.

ECOSISTEMA FACEBOOK

Anche se questa parte ti può sembrare all’apparenza poco importante, ti ricordo che c’è un famoso detto anglosassone che recita:”il diavolo si nasconde nei dettagli”.

Quindi occhio alle prossime righe.

Capire realmente chi è Facebook, qual è il suo obiettivo primario e soprattutto come ragiona, potrà fare la reale differenza sulla qualità delle tue ads, presenti e soprattutto future.

Sapere chi era e come si è evoluto, ti permetterà di prepararti ad affrontare nel modo corretto i cambiamenti che arriveranno. 

Pensaci un attimo:

Analizzare i motivi di ogni nuova strategia e funzionalità della piattaforma, chiedendoti quali obiettivi si pone Facebook, sia verso gli utenti che verso noi advertiser.

Valutare i cambiamenti con mente aperta, evitando di pensare solo a quello che facciamo noi ma valutando le novità anche da un punto di vista social.

Avere una visione d’insieme è fondamentale, credimi. Non trascurare questo aspetto e sarai un advertiser migliore rispetto al 90% degli altri là fuori.

In 10 anni, Facebook è cambiato radicalmente.

L’utilizzo sempre più importante dei video, di strumenti di aggregazione come i gruppi, l’acquisizione di piattaforme di messaggistica e altri social ormai completamente integrati nell’ecosistema Facebook. Realtà virtuale, gaming, dating (ora in sperimentazione in alcuni paesi) e chissà cosa ci aspetta ancora.

Tuttavia,  Facebook non ha mai perso di vista il suo scopo principale.

No, non è quello di fare grano. 🙂

Certo il profitto è fondamentale per Facebook, ma per poterlo ottenere, tutto il suo ecosistema è finalizzato ad intrattenere e soddisfare il più possibile le esigenze dei suoi utenti.

Per farlo, negli anni ha testato molto velocemente una moltitudine di funzionalità, con un perenne mindset da startup.

Su Facebook, ricordati che testare rapidamente, anche a discapito della perfezione, è fondamentale per essere vincenti e al passo con i cambiamenti della piattaforma.

Machine learning e Intelligenza artificiale

Oggi Facebook è una piattaforma di machine learning molto evoluta, in grado di analizzare in tempo reale una quantità di dati inimmaginabile.

Questo le permette di applicare modelli predittivi sempre più sofisticati che vanno a tutto vantaggio dell’utente e anche di noi advertiser.

Pensa ad esempio al sistema delle aste in cui Facebook non premia solo chi investe il budget più alto. I parametri che analizza sono moltissimi (intenzione degli utenti, punteggio di pertinenza, qualità della pagina e della creatività, ecc.). Questo consente a tutti di poter ottenere visibilità anche se si spende poco.

Alla fine, torniamo sempre al concetto di dare valore agli utenti. Il messaggio è sempre più focalizzato e pertinente rispetto agli interessi di chi sta utilizzando il social blu, favorendo quindi un’esperienza utile e positiva.

Per noi advertiser, la potenza di elaborazione e l’intelligenza dell’algoritmo ci permette di disporre di modelli di attribuzione sempre più evoluti.

L’utente è tracciato in ogni sua mossa, sia da desktop che da mobile. Abbiamo la possibilità di capire con estrema precisione quando e dove ha visto un contenuto e quando e dove lo abbiamo eventualmente convertito.

Grazie al pixel e alle API abbiamo un tracciamento degli eventi sempre più preciso e in tempo reale.

La nuova direzione della piattaforma

La direzione verso cui punta Facebook oggi per noi advertiser, è quella di farci concentrare su strategia di marketing e creatività, lasciando a lui il lavoro sporco.

Ti spinge a lavorare con broad audience sempre più larghe perché grazie alla sua AI capisce da solo chi è il più adatto a vedere la tua ads.

Ormai anche noi lavoriamo al 90% con le CBO. Non serve più segmentare come matti e la piattaforma è autonoma nell’allocare il budget nel modo più efficace.

Basandosi sull’analisi dei top spenders, le linee guida indicano di non fare più decine e decine di adset contemporaneamente. Suggerisce di ridurne invece il numero, ottimizzandole il più possibile (facile a dirsi meno a farsi lo so).

Il nostro motto è “LIBERO È MEGLIO”.

Lasciare libero Facebook di imparare e sperimentare per arrivare da solo al risultato. L’obiettivo della piattaforma, man mano che cresce, è di gestire sempre meno dati possibili perché rappresentano un costo (di banda, storage, potenza di calcolo, ecc.).

Per te questo è un vantaggio. Facebook ti richiede meno dati per le campagne poiché è in grado in autonomia, di ricavare i pubblici più adatti per le tue ads.

Detto in parole povere, Facebook vuole semplificare il lavoro a te e di conseguenza a se stesso.

Arrivati a questo punto, forse dovresti iniziare a capire la direzione che dovresti prendere e l’utilità di questo capitolo.

Il giusto Mindset

Quello che ti ho raccontato, ti aiuta a comprendere l’importanza di concentrarti sulla strategia e sulla creatività delle tue ads. Devi catturare l’attenzione degli utenti in pochissime frazioni di secondo e devi garantire contenuti di qualità che intrattengono l’utente.

Anche se vendi. 

Sì anche se vendi perché per Facebook devi comunque migliorare il più possibile l’esperienza di navigazione sulla piattaforma.

Questo è quello che conta.

Inizia a ragionare come ragiona Facebook, cerca di analizzare i trend e le nuove funzionalità sia dal lato social che da quello da advertiser.

Asseconda le richieste della piattaforma perché non ha interesse a penalizzarti. 

Rispetta i parametri che diano e garantiscano valore all’utente.

Questo è il mindset che ti farà svoltare nelle tue campagne.

Abbiamo preparato una lezione omaggio (durata 1 ora circa) in cui approfondiamo nel dettaglio le strategie esposte in questo libro...

SEO IN LANDING E COPY

Fai attenzione perché quella che stai per leggere è una delle due verità sleali che nessuno ti ha mai raccontato. 

Seguimi attentamente perché questo capitolo tratta di concetti che usati nel modo giusto possono davvero fare la differenza per le tue campagne.

Le basi della SEO

Come probabilmente sai, la SEO (Search Engine Optimization)  è l’insieme di strategie e attività necessarie ad aumentare la visibilità di un sito internet nei motori di ricerca. Si pone l’obiettivo di migliorare la posizione organica (non a pagamento) su Google, Bing, ecc. 

Si distingue macroscopicamente in SEO on-page detta anche on-site e in SEO off-page. La on-page comprende tutte le attività di ottimizzazione all’interno delle pagine di un sito. La off-page al di fuori dello stesso e si occupa principalmente di gestire i link che da altri siti puntano al nostro.

Ti stai chiedendo cosa c’entra tutto questo con le tue Ads?

Ora ti spiego.

SEO nelle tue Landing

Quando parliamo di SEO pensi a Google vero?

Hai ragione, tutti pensano solo ed esclusivamente a Big G, ma se rifletti per un attimo, quando un utente clicca su una delle tue Ads dove finisce?

Solitamente in una delle tue landing page, oppure sulla pagina dell’ecommerce del prodotto che vuoi vendere e così via.

Ora, pensi davvero che Facebook, attraverso il pixel, le API ecc. non valuti almeno in parte l’ottimizzazione lato SEO delle pagine in cui atterra l’utente dalla tua Ads?

Non ci sono indicazioni ufficiali in merito, non sappiamo con certezza se Google e Facebook “si parlano” ma dopo centinaia di campagne testate, posso garantirti  una cosa. Se nella pagina di atterraggio le ottimizzazioni lato SEO on-page sono corrette, beh la differenza sulla performance dell’Ads si vede e come. 

Per ottimizzazioni non intendo tutti i mille punti individuati da Google per una perfetta SEO on-page. Intendo che almeno le immagini siano ottimizzate e incorporino un alt-text corretto e che nel testo l’uso delle keyword sia mirato a volumi di ricerca sufficienti.

La cosa più importante è che le parole chiave e il testo in generale sia il più pertinente possibile con il topic della tua Ad Set. Che soddisfi in poche parole, l’esigenza e l’interesse dell’utente che ha cliccato la tua inserzione.

Se concetti come alt- text e keyword ti sono oscuri, ti consiglio vivamente di farti un ripasso attraverso i mille articoli che trovi on line e spiegano la SEO in modo semplice.

SEO nel Copy delle Ads

E qui entriamo nella secondo concetto fondamentale della prima verità sleale.

Riguarda il copy delle tue Ads.

Abbiamo capito che anche se non ancora in veste ufficiale, la SEO sta entrando anche nel mondo di Facebook.

Quindi se è importante l’ottimizzazione nella pagina di atterraggio, puoi capire quanto lo sia il contenuto della tua Ad.

Per copy (da copywriting) intendiamo ovviamente la parte testuale della tua inserzione che insieme al visual, rappresenta la creatività che deve convincere il tuo utente target a cliccare.

Ci sarebbero migliaia di cose da dire sulla scrittura persuasiva per vendere ma in questo caso per te è importante capire principalmente il collegamento tra copy, Ads e SEO.

La SEO anche in questo caso, anche se non in modo stringente e scientifico come per Google, può fare la differenza per la qualità e l’efficacia della tua Ad.

Questo non riguarda la perenne discussione se funziona meglio copy lungo o copy corto. Spero tu sappia già che non esiste ne uno ne l’altro ma solo il copy che converte o non converte. 

Tutto va sempre testato.

Quello che intendo invece è che le parole del tuo contenuto, oltre ad essere estremamente pertinenti con l’interesse dell’utente, devono anche contenere una o più keyword strategiche sull’argomento.

Viene sempre detto che la grande differenza rispetto a Google è che su Facebook gli utenti vengono sempre intercettati solo per i loro bisogni latenti. Al contrario su Google, le persone cercano in modo consapevole qualcosa di preciso sulla barra di ricerca.

Ma è davvero così?

In parte sì. Le persone su Facebook per la maggior parte del tempo sono lì per cazzeggiare. O forse no?

Rifletti.

In realtà se ci pensi bene, oggi moltissimi utenti utilizzano Facebook come unico ecosistema in cui informarsi, formarsi e intrattenersi. La piattaforma lo sa e registra attentamente ogni movimento dell’utente e iimmagazzina enormi quantità di dati anche sui suoi bisogni consapevoli.

Cominci a capire?

Se il testo che utilizzi nella tua Ads rispetta al meglio le regole base del copy in ottica SEO, aumenti di molto le chance di conversione. Questo perché potresti intercettare proprio un bisogno consapevole di un utente a cui Facebook ha deciso grazie alla sua AI, di mostrare il tuo contenuto.

La prima verità sleale ora è in tuo possesso. 

Rileggi attentamente questo capitolo e testa le cose che abbiamo detto. Vedrai che i risultati non tarderanno ad arrivare.

Ora preparati ad affrontare un pezzo fondamentale che costituisce le tue campagne. La struttura.

Abbiamo preparato una lezione omaggio (durata 1 ora circa) in cui approfondiamo nel dettaglio le strategie esposte in questo libro...

STRUTTURA DELLA CAMPAGNA

In questo capitolo scoprirai il nostro Setup Starter CBO, il framework con cui impostiamo la maggior parte delle nostre campagne e che ci permette di raggiungere risultati eccezionali.

Prima è necessaria una doverosa premessa.

Come il nome suggerisce, stiamo parlando di CBO (Campaign Budget Optimization) e non di ABO (Ad Set budget Optimization). 

Ormai conosciamo quasi tutti il grande cambiamento che da febbraio 2020 Facebook ha introdotto nell’assegnazione del budget nelle campagne.

Prima con l’ABO il budget veniva gestito a livello di Ad Set o gruppo di inserzioni. Con la CBO invece, il budget viene gestito a livello di campagna ed è Facebook stesso a decidere come ripartire la spesa per ogni Ad Set in base all’andamento. 

Questo si traduce per te in un risparmio di tempo (e il tempo è denaro) e ad una ripartizione in tempo reale della spesa nel modo più efficiente possibile.

Una suddivisione più efficiente del denaro che spendi significa che a parità di budget, avrai più conversioni e meno sprechi. 

Figo vero?

E adesso viene il bello.

Usa la CBO anche in fase di Test

Oltre ad usare la CBO per la fase di test ti consiglio di valutare lo spending minimo.

Ora mi spiego. Abbiamo visto che Facebook ti consiglia sempre di più di lasciare alla piattaforma l’intero onere di gestire il tuo budget.

Anche noi Adsvengers come hai imparato nel capitolo dell’ecosistema di Facebook, amiamo la filosofia del “libero è meglio” ma… in questo caso facciamo un eccezione.

Con questa funzione che puoi attivare all’interno del tuo Ad Set (vedi immagine sotto), potrai imporre a Facebook di allocare la cifra minima su ogni Ad Set che avrai impostato.

Supponiamo che tu abbia deciso di partire con 200€. Impostando lo spending minimo su 15€, avrai la certezza che Facebook distribuirà almeno 15€ su ogni Ad Set creata.

Imposta 1 Broad e 2 Interessi

La nostra campagna dovrà essere strutturata con tre Ad Set principali, uno Broad e gli altri due con gli Interessi.

Espandi il pubblico negli Ad Set con gli Interessi

Mi raccomando, gli Ad Set con gli Interessi, dovranno avere una dimensione di pubblico piuttosto ampia, in modo da compensare l’Ad Set Broad.

Questo perché altrimenti, avendo Facebook “strada libera” nella Broad, tenderà ad allocare lì la maggior parte del budget.

Quindi, impostando lo spending minimo e mantenendo il pubblico ampio nelle Ad Set con gli interessi, terremo in equilibrio e ben bilanciata la campagna.

Eviteremo cioè che Facebook cannibalizzi il budget, dedicandolo solo alla Broad.

Accorpa gli interessi e semplifica l’account

Non serve creare mille Ad Set oppure più campagne per testare sempre nuovi Interessi.

Facebook ormai chiede di semplificare le cose quindi cerca di accorpare il più possibile gli interessi all’interno degli Ad Set. Nel Business Manager ormai è Facebook stesso a suggerirti di unire gli Interessi per aumentare le performance.

Cerca di avere quindi meno campagne, accorpando gli interessi così da semplificare il tuo Account.   

Struttura 3 Ads in Broad e 2 in Interessi

Per la Broad imposteremo 3 Ads perché Facebook allocherà qui la maggior parte del budget e faremo in modo di farglielo distribuire quindi su 3 creatività.

Per gli Interessi invece, avendo meno budget da distribuire, saranno sufficienti due Ads.

Imposta un budget tra i 120€ e i 190€

Il budget di partenza minimo che ti consiglio di utilizzare per far lavorare bene la campagna è tra i 120 e i 190€. Ovviamente puoi spendere anche di più.

A differenza dell’ABO, la CBO ha bisogno di un budget di più ampio respiro per poter ottimizzare. Ricorda il nostro consiglio quando dovrai impostare la tua prossima campagna.

Ora conosci le basi del nostro framework. Mi raccomando fanne buon uso perché come diceva qualcuno… “Da un grande potere deriva una grande responsabilità”. 😉

Abbiamo preparato una lezione omaggio (durata 1 ora circa) in cui approfondiamo nel dettaglio le strategie esposte in questo libro...

CREATIVITÀ

Come sicuramente già sai, una parte fondamentale della tua inserzione è costituita dal tipo di creatività che usi per “catturare” l’interesse del tuo target.

Ormai la soglia d’attenzione di una persona nel momento in cui sta scrollando il suo feed si riduce a poche frazioni di secondo.

È facile capire il perché. Veniamo bombardati da centinaia di stimoli ogni secondo e ormai il nostro cervello si è abituato a “skippare” tutto quello che anche lontanamente appare come pubblicità.

Il modo migliore quindi per approcciarsi alla scelta della creatività giusta è quello di ragionare su come ragiona Facebook all’interno del suo ecosistema. 

E qui come vedi, il primo capitolo di questo ebook ti torna utile. 😉

Come ragiona il tuo target

Un altro aspetto importantissimo di cui tenere conto è come funziona il nostro cervello.

Seguimi un attimo.

Occhio che quello che ti sto per dire è davvero, davvero importante e viene trascurato nel 90% dei casi. Cercherò di spiegarlo in modo molto semplice, diciamo un po’ “semplificato”.

L’essere umano moderno per come lo conosciamo, i Sapiens, cioè tu, io, tutti, ha circa 200.000 anni.

E sai fondamentalmente quanto siamo cambiati geneticamente da allora? Pochissimo.

Il nostro cervello è programmato ancora con le stesse modalità, cioè a filtrare le informazioni a livello inconscio attraverso l’amigdala (la parte più antica) che capisce solo due cose: pericolo, non pericolo. 

Quando un animale fuori dalla grotta stava per sbranarti avevi poco tempo per decidere che fare e non crepare. 🙂

Poi, giusto per completare la spiegazione, quando il cervello ha deciso automaticamente che non sei un pericolo, entra in gioco la parte emozionale del cervello limbico. Infine poi, arrivano tutti i ragionamenti che facciamo attraverso la neocorteccia, la parte più recente del nostro cervello.

Questa è una spiegazione semplice per farti capire i concetti. Il cervello in realtà non è diviso esattamente in 3 sezioni ma serve a rendere l’idea di come funziona il nostro processo decisionale.

Ok, ma che cavolo c’entra tutto questo con le tue Ads?

Ora lo vediamo.

Creatività che convertono

Nel primo capitolo abbiamo visto che Facebook ha un solo scopo: intrattenere e soddisfare il più possibile le esigenze dei suoi utenti.

Ora partendo da questo presupposto, quando l’algoritmo individua una foto o un video assegna dei tag che ne categorizzano tipo, topic, pertinenza, qualità e un’infinità di altri parametri.

Facebook poi decide di mostrare la tua inserzione ad un utente potenzialmente molto interessato a quello che hai da dire.

Mentre sta navigando il suo feed, il tuo compito è quello di attirare la sua attenzione e soprattutto predisporlo positivamente a livello inconscio. Cioè a comunicare alla sua amigdala che non c’è pericolo e quindi non deve scappare dalla tua Ad.

Ma come si fa?

Prima di tutto testando il più possibile ma in linea generale utilizzando immagini o video che oltre a rispettare le linee guida di Facebook, trasmettano messaggi positivi.

Positivi e allo stesso tempo che destino l’interesse e parlino del topic delle tue Ads.

Facciamo un esempio. Se devi vendere una bicicletta, nella tua creatività ci dovrà essere una bicicletta perché quello è l’oggetto di interesse dell’utente selezionato da Facebook per vedere la Ad.

Ricordi i concetti di domanda consapevole che abbiamo visto?

Inoltre, per predisporre positivamente il cervello di chi vede l’inserzione, inserirai uno o più volti di persone sorridenti e felici in una situazione che risulti familiare a chi guarda.

Poi lascio a te invece la scelta di come giocare con l’immagine o il video in modo da rendere il messaggio attrattivo, positivo ma anche inusuale e quindi memorabile.

Facebook è una piattaforma utente centrica che mostra quindi con più probabilità immagini e video in cui ci sono persone che trasmettono messaggi emotivamente positivi.

Prima di chiudere questo capitolo ti lascio un tip molto utile:

La stessa immagine o video che usi nella tua Ad puoi inserirla anche come immagine principale sulla tua Landing. Questo piace a Facebook. 

Ora hai capito che è fondamentale conoscere l’ecosistema Facebook e le sue priorità e che è necessario ragionare a fondo su creatività che incontrino l’interesse del tuo target. Per convertire però, oltre a testare dovrai sempre tenere a mente come l’impatto emotivo faccia la grande differenza tra un click in più e in meno.

Abbiamo preparato una lezione omaggio (durata 1 ora circa) in cui approfondiamo nel dettaglio le strategie esposte in questo libro...

CAVALCA E DOMINA LA BID PER VINCERE LE ASTE DI FACEBOOK

Eccoci arrivati all’ultimo capitolo di questo ebook e soprattutto alla seconda verità sleale che nessuno ti dice perché può fare davvero la differenza sul successo delle tue prossime campagne.

Preparati perché ti voglio bello concentrato a seguire tutto il mio ragionamento.

Vedrai che mi ringrazierai.

Il sistema delle aste su Facebook

Come tutti sappiamo, normalmente in qualsiasi asta chi offre di più vince, corretto?

Beh per Facebook è diverso. 

Pensaci un attimo. Se non fosse così, su Facebook vedremmo solo le inserzioni delle mega aziende disposte a investire budget giornalieri enormi a discapito di tutti i piccoli advertiser.

Per fortuna le cose sono diverse. Non c’è un monopolio dei colossi del business, tutti possono competere tra loro. Piccoli e grandi brand.

Adesso arriva la parte interessante.

Su Facebook non vince la bid chi offre di più. Vince chi rispetta nel miglior modo possibile una lunga lista di parametri tra cui c’è anche il budget, ma non solo.

Vincere l’asta è un gioco di equilibri.

Facebook ti premia se fai l’offerta più alta SOLO se la tua campagna mostra anche gli annunci più pertinenti e che hanno maggiori probabilità di conversione.

E come ti ho preannunciato, ci sono davvero tanti aspetti che contribuiscono ad aumentare le tue probabilità di successo e che vanno ben oltre la bid.

Un passo alla volta ci arriviamo.

Quali sono i due gol principali della delivery della tua Ad? 

Con delivery intendiamo  la pubblicazione dell’inserzione. 

Piccola divagazione: è fondamentale che ti abitui ad usare sempre di più le corrette definizioni che usa Facebook in lingua inglese. Immagina di voler crescere come advertiser e di avere l’opportunità di confrontarti con altre figure di spicco di altri paesi (es. fiere, eventi, ecc.). Di sicuro se vuoi comunicare con loro non potrai usare in modo patriotico la traduzione italiana di tutto il business manager no?
Insomma, l’inglese è la lingua madre del marketing e in quanto tale è meglio impararne almeno il lessico principale.

Ora torniamo alla domanda che ti avevo fatto.

Quali sono i due gol principali della delivery della tua Ad?

Primo, mostrare agli utenti un’inserzione pertinente, che offra un’ottima esperienza di utilizzo a chi la vede e secondo, massimizzare la resa per gli advertiser.

Come Facebook calcola il tuo valore

Hai capito quindi come funziona l’asta? Semplificando al massimo, non è solo una questione di bid.

Come fa allora Facebook a mostrare i tuoi contenuti al momento giusto e alla persona giusta?

Facebook deve garantire all’utente una buona user experience quindi non può “spammare” ads di continuo sulla bacheca di un utente.

L’algoritmo quindi basa le sue scelte anche sulla base delle abitudini di chi intercetta. Ad esempio ci sono persone che cliccano spesso sulle inserzioni e questo aumenterà le probabilità che ne vedano di più sul loro feed. 

La piattaforma analizza le abitudini degli utenti e anche il “momento” in cui stanno sulla piattaforma.

Pensa al periodo del Black Friday in cui tantissime persone sono alla ricerca più o meno consapevole di offerte. Anche questo parametro influenzerà la visualizzazione della Ad.

Queste informazioni ti portano a capire una cosa molto, molto importante. Se tanti advertiser biddano sullo stesso target, aumenta il valore dell’asta. Fin qui dirai ok lo so anch’io. Il vero aspetto su cui fare molta attenzione è che se anche se siamo in tanti nell’asta, gli spazi disponibili per entrare nel feed degli utenti rimangono limitati.

Ecco perché per vincere l’asta, non basta biddare di più!

Come calcola il tuo valore Facebook?

Ci sono 3 aspetti che considera:

  1. Quanto sei disposto a pagare nell’asta
  2. Quanto probabile è che la tua Ad sia pertinente e di valore per l’utente
  3. Come l’utente percepisce questo valore in base alla sua esperienza

Quanto conta il tuo TRUST

Un aspetto spesso trascurato che aumenta le nostre probabilità di uscire vincitori nelle aste di Facebook è il Trust.

Se ti stai chiedendo cos’è ti faccio subito un esempio pratico.

Hai presente quando vai in banca per chiedere un prestito?

La prima cosa che fanno dopo averti chiesto vita, morte e miracoli su di te è dare in pasto il tuo profilo all’interno di un database dove è registrata tutta la tua storia finanziaria.

Quanti prestiti hai chiesto, quante volte hai saltato una rata, quante volte l’hai pagata in ritardo, se sei solvente o insolvente… e così via.

Insomma ti fanno il pelo e contropelo per capire il tuo Trust, cioè quanto sei degno di fiducia per poterti affidare in prestito i loro soldi.

Facebook in qualche modo fa la la stessa cosa con il tuo account.

Ma le cose che valuta per assegnarti il suo punteggio di Trust sono moltissime.

Eccone alcune:

  • Guarda il tuo storico di advertiser tracciando tutte le volte che ti è stata rifiutata un’inserzione. Questo ti fa capire perché è fondamentale che tu conosca bene le policy della piattaforma evitando ban di ogni genere e quindi di abbassare il tuo Trust
  • Gli utenti si soffermano di più sulle tue Ads rispetto ai competitor? Questo aumenta il tuo punteggio di Trust
  • Facebook valuta il rapporto tra i click alla tua inserzione e gli acquisti sulla tua landing. Più acquisti in meno visite aumentano il Trust
  • La pagina Facebook attraverso cui fai le sponsorizzate da valore agli utenti e ha molte interazioni? Il Trust aumenta
  • Il tuo account risulta un pagatore regolare e Facebook non ha mai rilevato un insoluto? Aumenta il tuo Trust. Al contrario trova la tua carta di credito vuota e ti blocca le Ads? Il tuo Trust scende

 

Il mio consiglio è di fare molta attenzione agli aspetti che ti ho descritto perché il Trust è un po’ come la tua reputazione. Una volta sporcata ci vuole un bel po’ per recuperare credibilità. E nel tuo caso questo è importante per vincere le aste.

Se hai un Trust più alto puoi competere e vincere contro chi lo ha più basso del tuo.

Tutto quello di cui ti ho parlato finora ti fa capire che ci sono moltissimi aspetti che contano e che girano intorno alla bid. Per cavalcarla e dominare le aste dovrai quindi ricordarti di fare attenzione a tutti loro.

Strategia e tattiche

Siamo quasi giunti al termine di questo lungo ebook.

Se lo rileggerai con attenzione, troverai molte strategie importantissime che sono alla base del nostro Metodo Factory.

Ci sono ovviamente diverse tattiche operative che convertono da paura e che spieghiamo nei nostri corsi.

Tutte le tattiche però si rifanno sempre ai concetti che ti ho spiegato finora, senza i quali non puoi ottenere i nostri risultati in modo sistematico e duraturo.

Spero ormai ti sia chiarissimo che non basta pensare di mettere tanto grano in modo da vincere tutte le aste. 

Rischi solo di overbiddare e sprecare i tuoi soldi o peggio, quelli dei tuoi clienti.

Il tuo approccio, quello da Adsvenger vero deve lavorare al contrario.

La tua campagna deve soddisfare tutti gli altri parametri che vanno oltre alla bid: creatività, pertinenza, angle, SEO e copy, trust… ne abbiamo visti parecchi lungo queste pagine.

La bid viene sempre dopo tutto questo.

Ora abbiamo finito veramente ma prima ti lascio un’ultima chicca: 

Oltre alla teoria fondamentale di questo ebook (mi raccomando non trascurarla), ci sono diverse strategie operative davvero interessanti che riguardano la bid manuale.

Sono quelle che applichiamo quotidianamente nei nostri framework e spieghiamo in dettaglio nel nostro corso.

Ognuna di queste strategie si usa in casi specifici e in precisi contesti e ti permettono di massimizzare in modo incredibile la resa delle tua campagne.

Ti piacerebbe scoprirle?

CASI STUDIO

Campagne di retargeting

In questo caso studio ti mostro come impostare una campagna di retargeting “alla Adsvengers” e qual è il suo incredibile potenziale.

Prima di tutto abbiamo costruito i pubblici e le custom audience su cui andare a lavorare.

Abbiamo escluso le custom audience dalle nostre campagne principali, quelle cioè che ci portano il traffico

Poi, abbiamo utilizzato gli stessi pubblici per impostare le nostre campagne di retargeting.

Ecco un pò di dati interessanti:

Come puoi vedere, abbiamo ottenuto 286 purchase di retargeting.

Abbiamo speso circa 2300 Euro.

Dalle conversioni abbiamo ricavato quasi 27200 Euro.

Non male eh? 🙂

Ora vediamo in dettaglio come abbiamo fatto.

Parliamo di un tipo di pubblico che anche nel nostro corso consigliamo di testare e usare perché funziona alla grande. 

Quello formato da chi ha interagito con la nostra Ad.

Come puoi vedere dall’immagine qui sotto, abbiamo incluso chi ha interagito con la nostra Ad ed escluso chi aveva già fatto almeno un acquisto.

Oltre a chi ha interagito, abbiamo impostato altri due pubblici che andavano ad intercettare rispettivamente chi aveva visto almeno il 50% e il 75% del video.

Come abbiamo strutturato la nostra campagna ?

Semplice, 2 video e un’immagine.

Come puoi notare dallo screen qui sotto, avevamo impostato anche una broad di test ma che convertiva malissimo e che quindi poi abbiamo spento.

Inoltre il 95% del pubblico non convertiva affatto e quindi è stato completamente spento.

Conclusioni

Riassumendo quindi, abbiamo speso 2300 Euro, generando oltre 27100 Euro da 286 acquisti

Il segreto di questi numeri? 

Questi tipi di pubblico e di retargeting, ovviamente dopo aver raccolto un numero sufficiente di dati, quindi non lanciando subito, sono vincenti.

E una buona parte del merito del successo di questa campagna è dato proprio dalla sua semplicità. 

Una struttura semplice e lineare è infatti la formula vincente della maggior parte delle campagne degli Adsvengers.

CBO in salsa cocktail

In questo caso studio ti mostro come utilizziamo con successo una delle nostre tecniche contenute all’interno del corso Power CBO.

Nello specifico parliamo della CBO COCKTAIL, un tipo di campagna che piace molto a Facebook e che ci restituisce quindi dei ROI particolarmente interessanti.

Ti permette di mantenere un account super clean e ordinato, scalando comunque con una aggressività media e in breve tempo.

Facebook vuole ordine, vuole semplificare sempre di più i suoi account. Dato che fare felice la piattaforma significa migliorare le performance delle nostre campagna, la CBO Cocktail fa proprio al caso nostro.

Questo tipo di campagna, come suggerisce il nome stesso, è una CBO che contiene il meglio di tutto quello che abbiamo testato già e che per noi ha funzionato.

Come è strutturata?

Come detto, è una CBO e dovrebbe partire con un budget piuttosto importante. Nel corso consigliamo anche 500/700 Euro ma allo stato attuale puoi cominciare anche con 250/300 Euro.

La campagna di partenza da cui abbiamo “portato dentro” gli Ad Set migliori per la nostra CBO Cocktail deve avere generato un buon numero di conversioni, diciamo almeno un centinaio. 

Partiamo da Mix broad e Mix broad-Copy.

La variante Copy contiene Ad Set in cui abbiamo modificato il copy sulla base dei commenti/domande degli utenti che hanno interagito nella Mix Broad.

Se ad esempio avessimo venduto un cappello, gli utenti potrebbero aver chiesto:”È impermeabile?”, oppure “È regolabile?”, “È disponibile in altri colori?” e così via..

Nella variante Copy avrò quindi inserito le risposte che vanno a risolvere i dubbi che gli utenti hanno manifestato nella broad principale Mix Broad.

Andiamo poi a inserire due Lookalike purchase una al 6% e una all’8%.

Come dovresti già sapere, possiamo selezionare una percentuale compresa tra l’1% e il 10% che indica la parte di popolazione più simile agli utenti da cui siamo partiti. 

Tendenzialmente, noi Adsvengers lavoriamo sempre con pubblici molto vasti perciò 6 e 8 per cento sono i valori che hanno generalmente funzionato meglio nelle nostre campagne.

Infine inseriremo due pubblici di retargeting, il primo Mix Page view e il secondo Mix Page engagement.

Il primo, riguarda utenti che hanno visualizzato la pagina ma non hanno comprato. Il secondo, utenti che hanno interagito con la pagina Facebook o con le mie pubblicità ma che anche in questo caso non hanno acquistato.

Come puoi vedere, all’interno di un’unica CBO, abbiamo inserito tutte le fasi necessarie, le Broad, le LAL e il Retargeting.

Così fai felice Facebook che non vuole che tu faccia troppi Ad Set.

IMPORTANTE. È necessario impostare spending minimo e spending massimo. 

Come sappiamo, più le nostre campagne sono aperte, più Facebook ci dirige traffico all’interno. Perciò, impostare lo spending minimo e massimo, eviterà che il budget venga cannibalizzato dagli Ad Set con i pubblici più ampi.

Senza limiti, il budget verrebbe eroso principalmente da Mix broad e Mix broad-Copy e a seguire dalle due LAL. Solo per ultimo, verrebbe assegnato al retargeting perché ha un pubblico molto più piccolo.

Ecco perché è fondamentale impostare uno spending minimo per i due pubblici di retargeting con un importo di almeno il 10% del valore della nostra CBO.

Se hai deciso di investire 400€, almeno il 10% di questa cifra andrà distribuito come spending minimo tra i due retargeting. Quindi 20€ ciascuno.

Per sicurezza, meglio impostare anche uno spending massimo per evitare che per qualche motivo Facebook impenni il budget allocato al retargeting.

Molto difficile ma non impossibile, quindi meglio tutelarci in anticipo.

Trovare un equilibrio tra spending minimo e massimo non sarà subito semplice. Ci vorrà un po’ di tempo per testare la combinazione migliore.

Nel dettaglio poi del nostro pubblico di retargeting (es. engagement), andremo a escludere chi ha già acquistato e ovviamente a includere chi ha interagito con la pagina. 

Anche per la Broad, possiamo testare uno spending minimo per tenerla in equilibrio con le altre campagne. Imposteremo anche le esclusioni per chi ha già fatto acquisti e per chi ha già visto e interagito con la pagina.

Per entrambe le LAL, escluderemo Pageview, Purchase e Engage come fatto per le Broad.

A livello di Ad Set, ogni campagna è composta da 3 Ads, ad esclusione di quella di retargeting Mix Page engagement che include anche un carosello immagini.

Abbiamo visto la struttura, ora capiamo insieme come scalare.

Il vantaggio della CBO Cocktail è che per scalare non dovrai aggiungere nuove campagne (cosa che non piace a Facebook) ma ti basterà “giocare” sempre all’interno della stessa struttura.

Caso 1: se tutto sta convertendo abbastanza bene, ti basterà alzare solamente il budget un po’ alla volta e vedere come performa di volta in volta.

Caso 2: se funziona tutto, ma una delle LAL non performa bene, ti basterà spegnerla e sostituirla con un’altra, testando una percentuale diversa (es. LAL 10%).

Caso 3: in base alle performance dei singoli Ad Set, puoi impostare lo spending massimo a tutti e andare a “giocare” alzando giornalmente quello che sta andando meglio. Ad esempio, se ieri performava meglio la Broad e oggi performa meglio la LAL, le alzerò lo spending massimo tornando ad abbassare quello della Broad. E così via…

Conclusioni

Per tutti i motivi che abbiamo visto, la CBO Cocktail, sembra essere molto, molto apprezzata da Facebook.
Lo dimostrano anche i risultati che stiamo ottenendo, applicandola per le nostre campagne.

Se la metterai in pratica anche tu, testando e trovando il giusto equilibrio tra spending massimo e minimo (soprattutto nel retargeting), vedrai che ti darà un sacco di soddisfazioni. 💪😃

Abbiamo preparato una lezione omaggio (durata 1 ora circa) in cui approfondiamo nel dettaglio le strategie esposte in questo libro...

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